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Comprendere le Fobie Attraverso la Mitologia di Fobo

psicoterapia monza
Psicoterapeuta monza

La leggenda narra che Afrodite, la dea greca della bellezza, fosse sposata con Efesto, il dio del fuoco e della metallurgia. Efesto, brutto e zoppo a causa di un lancio dall'Olimpo per mano della madre Era, si vendicò imprigionando la madre e ottenendo in cambio la mano della bellezza. Tuttavia, Afrodite, capricciosa e ondivaga per natura, non poteva essere fedele. Così divenne l'amante di Ares, il dio della guerra.

 

Da questa unione nacquero numerosi figli.

 

Quattro di loro rappresentano declinazioni dell'amore: Eros (l'amore fisico e il desiderio), Anteros (l'amore corrisposto e la giustizia dell'amore), Imero (il desiderio amoroso impetuoso) e Armonia (l'amore romantico e la concordia).

 

Altri due figli sono invece intimamente legati alla battaglia: Fobos (la paura o fobia) e Deimos (il terrore che suscita la guerra). Fobos, in particolare, personifica la paura che precede la battaglia, mentre Deimos è il terrore che serpeggia nel campo di battaglia. Si narra che Ares si recasse in battaglia con questi due figli e con Enio, la personificazione dell'urlo furioso della battaglia, alla guida del suo auriga.

 

Oggi, ci concentreremo su Fobos per comprendere meglio le dinamiche che accompagnano le nostre fobie (diverse dal Panico che rimanda al Dio Pan), un termine che deriva proprio da lui e che ritroviamo in molte parole del lessico psicologico e psichiatrico: agorafobia, aracnofobia, claustrofobia, aviofobia, acrofobia, ecc.

 

Le Fobie: Una Prospettiva Psicologica

A livello medico, le fobie sono paure intense e irrazionali verso oggetti, situazioni o attività specifiche, che possono compromettere significativamente la qualità della vita di una persona. Si distinguono dall'ansia comune per la loro intensità e la capacità di scatenare risposte di panico.

Si distinguono in due categorie principali:

  • Fobie Specifiche (o Semplici): Sono le più comuni e si sviluppano solitamente nell'infanzia o nell'adolescenza. Riguardano un oggetto o una situazione specifica e la paura è spesso sproporzionata rispetto al pericolo reale. Esempi includono la paura dei ragni (aracnofobia), delle altezze (acrofobia) o degli spazi chiusi (claustrofobia).
  • Fobie Complesse: Si sviluppano generalmente in età adulta e tendono a essere più debilitanti, poiché riguardano situazioni o circostanze più ampie e complesse. Le più note sono l'agorafobia (paura degli spazi aperti o delle situazioni da cui potrebbe essere difficile fuggire) e la fobia sociale (paura intensa di essere giudicati o umiliati in situazioni sociali).

 

Fobos: Figlio della Guerra e della Bellezza

Per comprendere appieno cosa sia una fobia, è necessario guardare alla mitologia e alla storia genealogica di Fobos. L'elemento cruciale, a mio avviso, riguarda i suoi genitori e ciò che rappresentano: Guerra e Bellezza.

 

Fobos, e con lui tutte le paure che ne discendono, contiene in sé una parte, i "geni", della Guerra e della Bellezza. Non prestare attenzione a questo aspetto significa non comprendere realmente la dinamica di qualsiasi fobia.

 

Credo che tutti noi abbiamo una o più fobie, alcuni le vivono in maniera più lieve, altri in modo debilitante. Siamo tutti accomunati da questa disposizione e abbiamo una conoscenza diretta di cosa significhi provare paura.

 

Prendiamo il mio esempio personale: ho paura degli aghi. Mi reco con estrema difficoltà dal dentista e con grande sofferenza mi sforzo di aprire la bocca quando mi deve essere somministrata l'anestesia. Con maggiore fatica mi sottopongo agli esami del sangue, che svolgo solo se estremamente necessario.

 

Fortunatamente, riesco ad affrontare e superare questa paura, ma è evidente come per me sia una vera e propria battaglia. Al mio interno, ogni volta che potrei confrontarmi con un ago si svolge una guerra. Una parte di me vorrebbe darsela a gambe e aggirare lo scontro con l'oggetto della fobia, una parte opposta cerca di farsi coraggio e, con un misto di ragione e incoscienza, affrontare l'oggetto che genera la paura.

 

In questa tensione dissonante ritroviamo Ares, il padre di Fobos: la battaglia che ci anima nel confrontarci con la paura.

 

Tuttavia, in ogni figlio c'è un lascito paterno e uno materno. In Fobos non c'è solo la guerra, l'elemento più solitamente riscontrato e coscientemente rintracciato. In Fobos c'è anche la Bellezza e ciò che essa comporta.

 

Cosa intendo? Quando ci confrontiamo con una paura, qualcosa che ci spaventa, in qualche modo, in quell'azione, situazione o oggetto c'è per noi una quota non limitata di Bellezza. Una bellezza che probabilmente non confessiamo nemmeno a noi stessi, ma che scorgiamo.

 

Ciò che ci impaurisce e genera in noi fobia da una parte ci porterebbe a scappare, muovendo in noi Guerra, dall'altra ci attrae per la Bellezza che suscita. Nella fobia, madre e padre sono perciò copresenti e complementari. Abbiamo paura perché sappiamo che potremmo essere sconfitti dalla Bellezza soverchiante della Guerra. Percepiamo, seppur a livello inconscio, che quella Bellezza e ciò che in essa è contenuto è forse troppo grande per essere da noi oggi maneggiata.

 

Oltre la Paura: Agire e Comprendere

Cosa possiamo fare, quindi? Esistono molte tecniche di psicoterapia cognitivo-comportamentale che possono aiutarci ad abituarci, confrontarci e infine superare la paura che ci attanaglia. A titolo personale, credo però sia un viatico necessario comprendere e dare significato al lato materno della fobia, la Bellezza che ci spaventa e che non abbiamo ancora verbalizzato.

 

Un ultimo suggerimento ci viene sempre dalla mitologia. Esisteva una pianta consacrata a Fobos, l'acero rosso. La leggenda narra che questo rappresentasse l'albero della paura, perché l'accendersi di rosso delle sue foglie nella stagione autunnale ricordasse il sangue delle battaglie e risvegliasse la divinità dal suo torpore.

 

Per "venerare" Fobos e chiederne il supporto, possiamo quindi metaforicamente "piantare un acero rosso". Per quanto questo gesto possa sembrare inefficace, considerate come gli spartani, i guerrieri per eccellenza, prima di scendere in battaglia erano soliti venerare Fobos per liberarsi dalla paura. Lo stesso Alessandro Magno, prima della battaglia di Gaugamela, incitò i suoi soldati a pregare Fobos per affrontare le belve portate da Dario III.

 

Sei pronto/a a "venerare" Fobos?

Non si tratta di rituali antichi, ma di un'azione simbolica: riconoscere la battaglia interiore e interrogarsi sulla "bellezza" nascosta nell'oggetto della nostra paura. Potrebbe essere un atto di profonda auto-consapevolezza e un passo verso la comprensione e il superamento delle tue fobie.

 

In che modo potresti tu, nel tuo quotidiano, "venerare" Fobos per affrontare le tue paure?

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