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L'Arte del Giusto Mezzo: Lezioni di Equilibrio da Aristotele a Icaro

psicoterapia monza
Psicoterapeuta monza

 

Nel cuore della filosofia greca, la ricerca della moderazione e dell'equilibrio è stata una costante. Ne è un esempio lampante la Dottrina del Giusto Mezzo di Aristotele, espressa principalmente nell’Etica Nicomachea. Per il filosofo, la virtù non è altro che un "mezzo" tra due estremi viziosi: uno per eccesso e uno per difetto. Pensate al coraggio: non è né la viltà (un difetto) né la temerarietà (un eccesso), ma il perfetto equilibrio tra i due.

 

Da questa saggezza antica traggono linfa due celebri locuzioni latine che ancora oggi risuonano: "Aurea Mediocritas" e "In Medio Stat Virtus".

 

L’"Aurea Mediocritas" (il "giusto mezzo" o la "via di mezzo aurea"), resa celebre dal poeta romano Orazio nelle sue Odi, ci invita a trovare un percorso equilibrato in ogni aspetto della vita, fuggendo gli eccessi. Non si tratta di accontentarsi, ma di vivere con prudenza, temperanza e appagamento, evitando sia lo sfarzo che l'indigenza, sia l'ambizione smodata che l'apatia.

 

Analogamente, "In Medio Stat Virtus" (la "virtù sta nel mezzo") esprime l'ideale della moderazione. Mentre l'espressione di Orazio si concentra di più su un felice equilibrio di vita, spesso legato al buon senso pratico e alla serenità, "In Medio Stat Virtus" sottolinea maggiormente la natura morale della virtù come posizione intermedia tra i vizi. Entrambe, però, ci parlano di un percorso di equilibrio.

 

Icaro: L'Equilibrio Tra Cielo e Mare

Se c'è un mito greco che incarna perfettamente l'importanza del giusto mezzo, è quello di Dedalo e Icaro.

 

Imprigionati dal re Minosse nel Labirinto di Creta, Dedalo, abile architetto e inventore, costruì delle ali per sé e per suo figlio usando piume e cera. Prima di spiccare il volo, diede a Icaro un monito cruciale, spesso ricordato solo a metà: non volare troppo in alto, perché il calore del sole avrebbe sciolto la cera, ma anche non volare troppo in basso, perché l'umidità del mare avrebbe appesantito le piume. Era un invito a trovare la giusta via.

 

Purtroppo, Icaro, inebriato dalla libertà e dal brivido di sfidare i limiti, ignorò il saggio consiglio del padre. Si librò sempre più in alto, finché il sole sciolse la cera e lui precipitò in mare, trovando la morte. Quel tratto di mare prese poi il nome di Mare Icario.

 

La Tracotanza di Icaro nella Società Moderna

Dedalo, in questo mito, ci offre una lezione fondamentale sulla vita: affrontare i nostri compiti e le nostre aspirazioni senza tracotanza, senza eccessiva temerarietà e senza una visione grandiosa di sé. Allo stesso tempo, ci invita a rifuggire un'umiltà forzata o una ricerca di un profilo talmente basso da diventare dannoso.

 

Nella società contemporanea, siamo costantemente immersi in una spinta all'ambizione e alla grandezza. L'obiettivo, spesso non celato, di "diventare qualcuno", di possedere ricchezza, stima e ammirazione, di poter "guardare gli altri dall'alto in basso" (o esserne guardati) è una concretizzazione del volo di Icaro verso il sole. Questa Hybris, la volontà di ignorare i propri limiti, la nostra intrinseca umanità, il tentativo di trascendere la nostra condizione per acquisire connotati divini, è una tracotanza che purtroppo spesso diventa l'architrave delle nostre scelte, portando a conseguenze disastrose.

 

Le ali di cera, in questo senso, sono un simbolo potente: qualcosa di apparentemente solido ma intrinsecamente vulnerabile. I nostri sogni e le nostre aspirazioni, se non sostenuti da saggezza e cautela, possono essere effimeri e condurci alla caduta. Quante volte sentiamo incoraggiare, soprattutto adolescenti e giovani, a "inseguire i loro sogni" senza un'adeguata riflessione? Non intendo svilire il ruolo essenziale del sogno, ma evidenziare come questi richiedano solidità e, soprattutto, possano essere perseguiti solo con la dovuta cura e seguendo le regole del buon senso. Credo che la ricerca pervasiva dell'ascesa, associata a una narrativa troppo semplificata dei sogni, ci abbia fatto parzializzare il consiglio di Dedalo, concentrandoci unicamente sul non volare troppo alto per evitare il calore del sole.

 

L'Altro Lato della Medaglia: Non Volare Troppo Basso

Come dicevo, c'è una seconda indicazione fornita da Dedalo, spesso dimenticata: non volare troppo basso.

 

In opposizione a questa spinta alla crescita, molti di noi cercano con insistenza l'umiltà. Spesso ci capita di incontrare persone che nascondono i loro talenti, sono reticenti nel mostrarli, o che preferiscono non assecondarli nemmeno a parole. Persone che, con una certa pruderie, si assicurano che l'interlocutore non li abbia considerati vanitosi o vanagloriosi. Persone che si vergognano di ciò che di buono sono o hanno costruito.

 

Personalmente, ricerco l'umiltà. Il suo etimo rimanda all'humus, il terreno fertile che permette alle piante di crescere rigogliose. Tuttavia, Dedalo ci mostra come una ricerca eccessiva di umiltà possa nuocerci tanto quanto la tracotanza. L'umiltà forzata, il non riconoscere i propri meriti o il non osare esprimere il proprio potenziale, può essere altrettanto limitante e dannoso.

 

Il Giusto Mezzo nelle Relazioni

C'è un ultimo insegnamento che il mito di Dedalo e Icaro porta con sé, che richiama quanto finora evidenziato: il giusto mezzo non è solo una disposizione con cui rapportarsi alla vita, ma anche agli altri.

 

Icaro, con il suo volo troppo alto, si scontra con la realtà. Allo stesso modo, si sarebbe potuto danneggiare se si fosse rapportato al padre con un'eccessiva sudditanza, svalutando le proprie competenze e la propria capacità di pensare in autonomia.

 

Così anche noi, nel lavoro, nel vivere e nel rapportarci ad amici, colleghi e affetti, dovremmo fare nostro il suggerimento di Dedalo. Stare nel giusto mezzo non è altro che perseguire un atteggiamento paritario, che richiede di apprezzare i nostri meriti e, nel contempo, quelli dell'altro. È un invito a trovare quell'equilibrio che ci permette di volare sicuri, né troppo in alto né troppo in basso, ma sulla strada giusta.

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